Per l’Ayurveda la ritenzione idrica e la cellulite, sul piano fisico, sono uno squilibrio causato dall’accumulo di AMA – le tossine derivanti dal cibo non ben digerito o in eccesso – e da un malfunzionamento del fuoco digestivo (AGNI) necessario a trasformare il cibo in sostanze nutritive per l’organismo ed eliminare i prodotti di scarto. Per riportare l’equilibrio è necessario intervenire in modo sinergico con un’alimentazione sana e bilanciata, bere acqua in modo adeguato ma lontano dai pasti, per non ridurre ulteriormente Agni, fare movimento fisico e ricevere massaggi e trattamenti personalizzati.
Il Neerabhyangam, il linfodrenaggio ayurvedico, è ideale, anche per l’arrivo del caldo e per preparare l’organismo a trattamenti più vigorosi che possono lavorare, in un secondo momento, in profondità sui tessuti e a livello energetico.
Il Neerabhyangam è un massaggio dolce e rilassante che dona subito una sensazione di benessere e di leggerezza; stimola la circolazione, in particolare quella linfatica, ha un valido effetto drenante; facilita l’eliminazione delle tossine, che accumulandosi provocano gonfiore, ritenzione idrica e cellulite, rafforzando anche il sistema immunitario. È molto utile anche in quelle occasioni in cui i linfonodi sono stati asportati chirurgicamente, per aiutare il drenaggio e nel caso di patologie legate alla circolazione.
Dopo un ciclo di trattamenti linfatici è poi possibile passare al Kaphabhyangam (vigoroso, dinamico e stimolante), al Pranico (di riequilibrio energetico) oppure a trattamenti con apposite misture di spezie in polvere: Udgarshana, Udvartana e Pindasweda. Ogni percorso deve essere personalizzato in base alle esigenze e alla costituzione ayurvedica della persona.
Curare l’alimentazione significa limitare gli zuccheri, anche quelli dei cereali e delle farine bianche, limitare i cibi pesanti, elaborati, salati, conservati e prediligere frutta e verdura fresche e di stagione, cereali integrali e in chicco, utilizzare erbe e spezie sia per limitare i condimenti sia per aiutare il fuoco digestivo, ad esempio: zenzero, peperoncino, pepe, cannella, curcuma, chiodi di garofano. Prediligere i sapori piccante e/o pungente, amaro e astringente.
Può essere utile fare una “pulizia dell’intestino” con l’utilizzo della triphala, rimedio molto valido e molto utilizzato in Ayurveda, soprattutto nei cambi di stagione da abbinare ad erbe detossinanti e drenanti come betulla, tarassaco, pilosella – con particolare attenzione per chi ha la pressione bassa perché qualsiasi prodotto drenante la può abbassare ulteriormente.
Curare l’alimentazione significa – per l’Ayurveda – non solo qualità e quantità ma anche mangiare nel momento giusto e nel modo giusto: quando il cibo del pasto precedente è già stato digerito, quando non si è squilibrati da emozioni di diverso genere, soprattutto se negative come rabbia o depressione; significa prendersi i giusti tempi per mangiare e per digerire, questo ci riporta anche a piani diversi da quello strettamente fisico e a bisogni non solo legati strettamente al cibo che stiamo ingerendo.
Per l’Ayurveda è sempre fondamentale considerare anche il piano mentale e spirituale: stimoli, pensieri, ambiente, immagini, suoni, tutto ciò che percepiamo con i nostri sensi, ci alimenta e allo stesso tempo può portarci a cumulare tossine.
Ciò che di norma riconosciamo più facilmente e più nocivo, perché è purtroppo caratterizzante della società in cui viviamo, è lo stress che da mentale diventa fisico e scatena squilibri e malattie, ma che spesso è frutto di molteplici elementi e stimoli, che vanno indagati e compresi, per poterli affrontare e per eliminare le tossine che ne derivano.
Ranjani Cristina Sole