Numerosi sono i racconti su come è nato o è stato rivelato l’Ayurveda, nell’antichità ci si basava esclusivamente sulla tradizione orale (parampara), la trasmissione diretta da maestro ad allievo, dove anche la sonorità del racconto era fondamentale, le storie prendevano diverse forme e suoni a seconda di chi le narrava e di chi le ascoltava, pertanto le trascrizioni possono essere tutte corrette.
Questo è il racconto che è stato trasmesso a me, ed è quello che ho trovato più frequente nei miei studi: un giorno Brahma, Dio supremo dell’universo per scuola di pensiero Samkhya, sentì che era il momento di rivelare l’Ayurveda – la scienza della vita – perché potesse essere di sostegno a tutti gli esseri, divini e umani, ne trasmise dunque tutta la conoscenza a suo figlio Prajapati, il Dio delle creature e protettore della vita, chiedendogli di mantenerla ancora segreta, finché non sarebbe giunto il momento propizio per rivelarla.
Prajapati però, non avendo le molteplici teste di Brahma non riusciva a trattenere la vastità di tutta quella sapienza, convocò i gemelli Ashwini Kumara, Deva della medicina e medici degli Dei e la condivise con loro, dando indicazioni di non rivelarla.
Ma Indra, Re degli Dei, sapendo di questa preziosa rivelazione, non poteva accettare di non essere stato coinvolto … voleva conoscere! Non riuscendo ad ottenere informazioni dagli Ashwini Kumara, trasformò i gemelli in cavalli e li raggirò dicendo che, avendo mutato la loro natura, non avevano più l’obbligo di mantenere fede alla loro promessa, così ottenne ciò che desiderava … Quando Brahma lo venne a sapere punì Indra e trasformò per sempre le teste di Ashwini Kumara in teste di cavallo, così vengono rappresentati ancora oggi.
In breve tempo l’umanità venne afflitta da gravi malattie, disagi e disturbi, così eminenti saggi si incontrarono sull’Himalaya per discutere come affrontare la situazione e giunsero alla conclusione che era necessario chiedere agli Dei e quindi a Indra. Con grande rispetto e timore, perché il Re degli Dei, Signore della folgore era spesso irato e battagliero, il saggio Bhradwaj lo avvicinò e gli chiese da parte di tutti i Rishi come aiutare l’umanità, egli fu così il primo essere umano a ricevere la “sapienza della vita”: l’Ayurveda, e con l’aiuto degli altri saggi la trascrisse nella Charaka Samhita.
In un periodo successivo, nuovamente il mondo, oppresso dalla malattia, aveva la necessità di ricordare i principi dell’Ayurveda, così le divinità decisero di intervenire con Dhanvantari che trasmise al suo allievo e discepolo più fedele, il saggio Sushruta, gli insegnamenti legati alla chirurgia dal punto di vista ayurvedico.
Charaka e Sushruta Samhita raccolgono i fondamenti della sapienza ayurvedica.
Dhanvantari, avatar di Vishnu, è il Dio dell’Ayurveda, della medicina, della salute e del benessere, come Vishnu è rappresentato con shanka, la conchiglia, e chakra, la ruota, e lo caratterizzano la coppa di Amrita, il nettare divino, in una mano e una sanguisuga (come nella foto), erbe, foglie e rami o le tavole della medicina nell’altra.
Ho scattato questa foto alla Dixit Health Clinic, la clinica dove ho fatto un corso di approfondimento nel 2016.